Crisi idrica, al rifugio Mulaz arrivano rifornimenti in elicottero: "740 euro d'acqua che basterà per 4 giorni al massimo" - il Dolomiti

2022-09-02 18:16:38 By : Ms. Kathy Kathy

Nelle strutture d'alta quota mancano risorse idriche: il rifugio Mulaz ha deciso di approvvigionarsi, in via emergenziale, facendo arrivare in elicottero 2000 litri d'acqua che basteranno tuttavia per 3 o 4 giorni al massimo. Costo del trasporto? 24,50 euro (+ iva) al minuto per 30 minuti di viaggio

BELLUNO. Si trova nel cuore delle Pale di San Martino e è uno dei tanti rifugi che oggi combatte contro la carenza di risorse idriche. Si tratta del rifugio Mulaz, che Sebastiano Zagonel e Beatrice Depaoli gestiscono in qualità di “famiglia allargata” e che è stato recentemente rifornito di 2000 litri d’acqua in via emergenziale (e con costi alle stelle) da un elicottero atterrato ieri (21 luglio) a quota 2600 metri.

Un luogo, il rifugio gestito da Zagonel, che si è sempre approvvigionato grazie a “quelle piccole realtà in prossimità del passo delle Farangole e del monte Mulaz dalle quali scorreva naturalmente acqua, che insieme a quella stoccata nelle antiche cisterne della struttura bastava all'attività per tutta la stagione estiva”: punti d'approvvigionamento che quest'anno, a causa delle ondate di calore e delle scarse piogge, non sono tuttavia riusciti a contribuire alle riserve idriche del Mulaz. 

“Coscienti della possibile carenza d’acqua che avrebbe potuto interessare questa stagione estiva particolarmente calda, ci siamo dotati qualche mese fa, in accordo con il Cai di Venezia che è il vero proprietario di questa struttura, di cisterne gonfiabili”. Un grosso investimento, quello uscito dalle tasche dei rifugisti per assicurarsi 20 metri cubi d’acqua che non hanno tardato a esaurirsi: “Non essendoci potuti affidare a quell’acqua che prima giungeva grazie alla fusione dei ghiacciai e alle piogge, abbiamo dovuto utilizzare quasi esclusivamente quella contenuta nelle cisterne, arrivando a prosciugarle nel giro di poco tempo”, racconta Zagonel.

Un costo, quello dei serbatoi gonfiabili, che ora si è andato a sommare a quello d’un elicottero atterrato in via eccezionale in prossimità del rifugio Mulaz ieri pomeriggio, per rifornirlo dell'acqua che ormai mancava da giorni: “Ci sono arrivate tre cisterne da 850 kg di portata, riempite solo in parte in quanto il calore di questi giorni avrebbe reso l’elitrasporto troppo pericoloso, se avessimo superato i 2000 kg di peso", precisa il gestore del Mulaz spiegando che l'aria al momento è incredibilmente calda ("alle 5 del mattino ci sono 15 gradi") e quindi meno densa, rendendo rischiosi i voli con carichi eccessivamente ponderosi. 

Duemila litri di acqua, quelli arrivati ieri al rifugio, che, sebbene possano sembrare molti, basteranno per “3 o 4 giornate se tiriamo molto la cinghia: non resta che sperare che le previsioni meteo siano dalla nostra parte e che inizi finalmente a piovere", continua Zagonel.

Piogge e temporali che i rifugisti si augurano arrivino presto, perché il trasporto d'acqua in elicottero non è una possibilità che i gestori potranno nuovamente prendere in considerazione: "Sebbene la sezione Cai di Venezia ci ha promesso che qualcosa di ciò che abbiamo speso ci verrà restituito, non possiamo pensare di andare avanti a trasportare acqua in questi modo e con questi prezzi".

Il velivolo ha per l'appunto un costo di 24,50 euro al minuto (+ iva). Un viaggio che nel caso del rifugio in questione è durato 30 minuti in totale (circa 740 euro): “Faccia un po’ Lei i conti di quanto possa costarci l’acqua al litro. Praticamente una follia, e è proprio per questo che voglio convincermi che presto pioverà e che si è trattato di una misura eccezionale”. 

Costi a lungo termine insostenibili che, vista la situazione relativa al cambiamento climatico, non si esclude potrebbero farsi sempre più frequenti se non verranno prese decisioni a livello politico: "Se il problema dovesse persistere, dovremo chiudere - dichiara Zagonel sconsolato - sono in contatto con molti colleghi e posso dire che in altre regioni la situazione è migliore. Il problema della carenza di risorse idriche c'è ovunque e è innegabile, ma almeno in luoghi come il Trentino si ricevono sovvenzioni che qui in Veneto probabilmente non vedremo mai. Se lo Stato capisse che il problema lo hanno tutti, nessuno escluso, forse potrebbe trovare un modo per venirci incontro: l'unica cosa che vogliamo è fare il nostro lavoro ma non possiamo garantirlo se insorgono costi del genere".

Il gestore del rifugio Mulaz racconta poi le difficoltà che si palesano nel tentativo di far capire a alcuni visitatori delle montagne “che qui non c’è acqua: alcuni sono comprensivi, altri invece invece sbuffano - confessa - abbiamo chiuso i bagni per i passanti, pur sapendo che si tratta di un disservizio. Se pensa ai prezzi del trasporto d’acqua in elicottero, ci aggiriamo intorno ai 2,50/2,70 euro al litro: lo sciacquone del water consuma fra gli 8 e i 12 litri d’acqua ogni volta che lo schiacciamo. Questo significa che qui fare la pipì costa 25 euro”.

Per risolvere il problema della carenza di risorse idriche, a Zagonel e Depaoli sono state consigliate varie alternative: "Ci hanno detto di abbassare il livello d’acqua dello sciacquone ma non possiamo farlo perché si rischierebbe di causare problemi alle fognature. Abbiamo sentito anche parlare di proposte come bagni chimici: resterebbe poi però il problema di portare i “rifiuti” a valle insieme ai relativi costi che ciò comporterebbe. Ad ogni modo, sono dell’idea che sia necessario mantenere un certo decoro in linea con il contesto montano e che i bagni chimici poco si addicano a un rifugio che sorge a 2600 metri di altitudine: non siamo al concerto di Vasco”, sottolinea contrariato. 

"La colpa di questa situazione è di tutti noi, che siamo stati abituati fin troppo bene. Una volta la montagna era avventura e adattamento: oggi invece perdiamo clienti perché diciamo loro che (per evidenti motivi) non possono fare la doccia. Dobbiamo cambiare mentalità: chi ama davvero la montagna deve capire che è necessario imparare a vivere e affrontare i disagi che possono sorgere - conclude - speriamo presto di poter presto ricevere acqua dal cielo e non più attraverso l’elicottero".